24/7/2024
5 min

Naming e menu: come le parole influenzano le nostre scelte a tavola

Naming e menu: come le parole influenzano le nostre scelte a tavola

Hai mai notato che al ristorante sei più incline a ordinare una torta della nonna piuttosto che una generica torta alla crema? Questa non è una coincidenza. Il naming dei piatti è una strategia di marketing raffinata, in grado di influenzare le preferenze dei consumatori e aumentare le vendite.

Le neuroscienze e la psicologia del consumo dimostrano che un nome evocativo può attivare ricordi, emozioni e associazioni positive, rendendo un piatto più desiderabile. Uno studio della Cornell University (Wansink et al., 2005) ha rilevato che i nomi descrittivi aumentano le vendite fino al 27%, dimostrando l'importanza di una comunicazione mirata nei menu.

Perché il naming è così efficace?

  1. Evoca emozioni e nostalgia
    • Un nome come “torta della nonna” richiama esperienze d’infanzia, momenti di comfort e autenticità casalinga.
    • Il cervello attiva il sistema limbico, associato alle emozioni, rendendo l’esperienza più coinvolgente e appagante.
  2. Aumenta la percezione della qualità
    • Pizza margherita con pomodoro fresco San Marzano e mozzarella di bufala DOP suona più raffinata di una semplice pizza margherita con bufala.
    • Specificare la provenienza degli ingredienti aumenta la percezione di autenticità e qualità.
  3. Rafforza il senso di esclusività e artigianalità
    • Termini come “artigianale”, “fatto a mano” o “selezionato” trasmettono cura e attenzione nei dettagli, giustificando spesso un prezzo più alto.
  4. Attiva il desiderio sensoriale
    • Piatti descritti con parole evocative come “morbido”, “croccante”, “cremoso” creano aspettative sensoriali precise, stimolando il gusto ancor prima dell’assaggio.

Il caso storico: dalla guerra al marketing

Un esempio concreto dell’efficacia del naming proviene dalla Seconda Guerra Mondiale. Con la necessità di riservare carne di qualità per i soldati, il governo americano cercò di convincere la popolazione a consumare interiora. Tuttavia, il termine “organ meats” (frattaglie) era associato a un cibo di scarto. La soluzione? Rinominare il prodotto come “variety meats”. Il cambiamento di nome contribuì a rendere più accettabile il consumo di un alimento fino a quel momento culturalmente respinto.

Naming e strategie di vendita

Le parole possono alterare non solo le nostre preferenze ma anche la nostra percezione del valore. Alcune strategie usate nei ristoranti e nei food brand includono:

  • Nomi geografici: indicare la provenienza degli ingredienti (es. “prosciutto di Parma”, “pasta di Gragnano”) aumenta la percezione di qualità.
  • Termini evocativi: parole come “segreto dello chef”, “ricetta tradizionale” o “gusto autentico” creano un senso di unicità.
  • Uso di numeri: “Tagliata di manzo frollata 30 giorni” comunica precisione e qualità superiore.
  • Descrizioni sensoriali: “Frollino al burro croccante con note di vaniglia” risulta più invitante di “biscotto alla vaniglia”.

Conclusione

Il naming non è solo una questione estetica, ma un potente strumento psicologico che influenza le decisioni d’acquisto. La prossima volta che sfogli un menu, chiediti: sei più attratto dalle parole o dal piatto stesso?

Fonti

CURIOSO?

ALTRI ARTICOLI RECENTI

Il mio blog è costantemente aggiornato con contenuti divulgativi di qualità con lo scopo di rendere accessibile le mie conoscenze su neuroscienze, branding e digital.

LET'S DO IT!

VUOI DARE - O RIDARE - VITA A UN'IDEA, UN PROGETTO, UN BRAND?

Hai un’idea da sviluppare, un brand da far crescere o un progetto che ha bisogno di una nuova direzione? Se vuoi capire come possiamo lavorare insieme, raccontami il tuo progetto. Compila il form o scrivimi direttamente, sarò felice di ascoltarti.

Scrivimi