Anche chi dice di non interessarsi al gossip spesso finisce per informarsi o commentare. Ma perché? Il gossip è solo un passatempo superficiale o ha radici più profonde nel nostro cervello e nelle dinamiche sociali?
Il gossip non è solo curiosità morbosa, ma un meccanismo evolutivo. Studi su PubMed (2019) dimostrano che il pettegolezzo ha sempre avuto un ruolo nella gestione delle relazioni e nell’apprendimento sociale. In passato, sapere chi fosse affidabile era fondamentale per la sopravvivenza.
Oggi, il gossip coinvolge il circuito della ricompensa: parlare degli altri rilascia dopamina, rendendolo un’attività piacevole. Questo spiega perché il gossip sia così diffuso e perché sia difficile resistere alla tentazione di parteciparvi.
Anche chi dichiara di voler evitare certi argomenti spesso finisce per informarsi. Questo è dovuto al reactance bias: quando percepiamo una restrizione alla nostra libertà di scelta, tendiamo a fare l’opposto.
Il caso Fabrizio Corona e la coppia Ferragni-Fedez lo dimostra: nonostante il rifiuto iniziale di molti utenti, il tema è diventato onnipresente, generando un ciclo continuo di esposizione e interesse.
Secondo Neuroscience News (2023), il gossip ha anche una funzione di controllo sociale. Parlare di comportamenti altrui rafforza le norme condivise, alimentando dibattiti su temi più ampi, come l’etica dell’informazione. In altre parole, il gossip non è solo intrattenimento, ma uno strumento per definire ciò che è accettabile o inaccettabile all’interno di una comunità.
Esiste una componente meno nobile legata al gossip: la Schadenfreude, ovvero il piacere che proviamo nel vedere gli altri in difficoltà. Questo accade per tre motivi:
Nel marketing, questo fenomeno viene amplificato: quando un brand o una figura pubblica è coinvolta in uno scandalo, il sentiment negativo può trasformarsi in un’ondata di commenti e condivisioni, aumentando la viralità.
Più un argomento viene discusso, più diventa difficile evitarlo. Il caso Fabrizio Corona è l’esempio perfetto: da YouTube ai social ai media tradizionali, la storia ha monopolizzato le conversazioni, trasformandosi in una tendenza autoalimentata.
Le aziende conoscono bene questa dinamica e la sfruttano per generare engagement strategico:
Questa dinamica dimostra che il gossip non è solo curiosità umana, ma anche uno strumento di marketing e di influenza sociale.
Dipende da come lo utilizziamo. Da un lato, aiuta a connetterci e a rafforzare dinamiche di gruppo. Dall’altro, può diventare tossico quando porta a disinformazione o distruzione della reputazione.
Il gossip è un fenomeno radicato nella nostra natura umana, con implicazioni che vanno oltre il semplice intrattenimento. Capire le sue dinamiche ci permette non solo di gestirlo meglio nella nostra vita quotidiana, ma anche di comprendere il suo ruolo nel marketing e nella comunicazione sociale.
Il mio blog è costantemente aggiornato con contenuti divulgativi di qualità con lo scopo di rendere accessibile le mie conoscenze su neuroscienze, branding e digital.
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